La città della Basilicata è stata nominata Capitale della cultura europea del prossimo anno. Attesi centinaia di migliaia di turisti per un palinsesto che copre 50 settimane. Alcune infrastrutture però sono in ritardo e non saranno consegnate per tempo.
Mancano poco più di quattro mesi. Il prossimo 19 gennaio i riflettori saranno tutti puntati su Matera. Quel giorno si terrà la cerimonia inaugurale che la incorona la città della Basilicata capitale europea della cultura 2019. Il titolo torna in Italia a 15 anni di distanza, dopo Genova nel 2004. Nel frattempo, Matera è tornata alla ribalta perché nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro, Luigi Di Maio, incontrando il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ha chiesto aggiornamenti su Matera. Una domanda interpretata come uno scivolone in geografia del vicepremier. In realtà, come ha spiegato Wired, la domanda riguardava il programma di sostegno della Puglia alla futura capitale della cultura.
Il prossimo anno la città dei Sassi, inserita nel 1993 nella lista dei patrimoni culturali dell’umanità dell’Unesco, ospiterà 50 settimane di eventi, 330 giorni di programmazione. Matera 2019 open future, questo lo slogan, vuole veicolare il messaggio che la cultura sia aperta. Tutto il palinsesto ruota attorno ai cinque temi presentati nel dossier di candidatura, che è riuscito a convincere la giuria internazionale: Radici e percorsi, Continuità e rotture, Futuro remoto, Utopie e distopie, Riflessioni e connessioni.
Ancora prima del 17 ottobre 2014, giorno in cui la città è stata nominata capitale europea, le istituzioni si sono mosse per arrivare puntuali al traguardo. Nel settembre del 2014 è stata costituita la Fondazione “Matera-Basilicata 2019”, che opererà fino al 31 dicembre 2022.
Suo è il compito di attuare gli interventi delineati nel dossier finale di candidatura.
I costi del grande evento
“Come previsto, riusciremo a realizzare in tempo la proposta culturale contenuta nel dossier di candidatura. E con il 5% di risorse in meno”, spiega a Wired il direttore della Fondazione, Pietro Verri. Il numero uno dell’ente anticipa quello che dovrà riferire la prossima settimana in conferenza al ministero dei beni culturali (Mibac). “Impiegheremo 48 milioni di euro invece dei 52 ipotizzati”. Di questi, 19 milioni provengono dal Mibac stesso. Altri 11 milioni sono stati stanziati nella finanziaria del 2018 dal ministero dello Sviluppo economico. Totale: 30 milioni dal governo. Si aggiungono 10 milioni dalla regione Basilicata, un milione dal comune di Matera e 7 milioni da privati, di cui 50% da sponsor e 50% dal ticketing e merchandising.