Sistema Bibliotecario o Sistema Culturale?

darwinPiù di un decennio orsono, un gruppo di lungimiranti Amministratori ha concepito e realizzato il nostro Sistema Bibliotecario.

Quello che ai tempi poteva apparire “utile ma non indispensabile” è oggi una realtà consolidata a cui nessuno dei Comuni afferenti può più pensare di fare a meno. L’evoluzione gestionale e tecnologica ha reso il Sistema Bibliotecario (e non solo il Csbno!) un partner importantissimo.

Viene da chiedersi quale futuro aspetta queste nostre creature, anche alla luce dei recenti avvenimenti economici e politici.

Potrà un Sistema Bibliotecario essere ancora utile e sostenibile?

Una simile domanda ha infinite risposte legate al concetto stesso di Sistema Bibliotecario. Se infatti pensiamo a quest’ultimo come ad un mero erogatore di servizi (interprestito e personale), la risposta non può che essere no. Ma è possibile ridurre una struttura complessa ed evoluta al mero rango di una qualsiasi piccola azienda logistica o interinale? A mio parere no.

Per rispondere alla domanda è quindi imprescindibile conoscere cosa sia un Sistema ma, ancor più, aver ben chiaro il suo prossimo futuro.

Negli anni che ho avuto il piacere di dedicare alle Istituzioni, sono sempre stato un fiero sostenitore dei sistemi di Rete, capovolgendo il concetto di bieca opportunità localistica a favore di un territorio più vasto. Ritengo infatti che la domanda che un Amministratore si dovrebbe porre oggi sia: cosa posso fare affinchè la mia Istituzione possa contribuire allo sviluppo del territorio nel quale è inserita traendone conseguentemente, a sua volta, un beneficio? Questo approccio impone di guardare con maggiore attenzione al proprio Territorio e di farlo con spirito unitario senza anacronistici campanilismi. I sistemi di rete culturale funzionano proprio in quanto “ognuno fa la sua parte”. L’unione degli sforzi permette di tagliare traguardi altrimenti impossibili.

Prendendo quindi il via da questo spirito e nella consapevolezza della situazione economica in cui si trovano i nostri Comuni ed enti superiori, possiamo rispondere, a mio avviso, alla prima domanda con un si condizionato.

I sistemi bibliotecari continueranno ad essere sostenibili solamente nel caso in cui daranno piena realizzazione alla loro vocazione di enti promotori della Cultura. Rilancio: saranno vivi e vitali solo se avranno la forza e la lungimiranza di trasformarsi a tutti gli effetti in Sistemi Culturali.

Un ulteriore avanzamento nella complessità può essere ben gestito da un settore che è storicamente ed ontologicamente avvezzo a ricercare nuove strade e soluzioni. Quello che i tempi attuali ci stanno prospettando è la necessità di andare oltre gli steccati che da anni ci portiamo dietro per dimostrarci degni eredi di quei primi Amministratori.

A mio avviso, i Sistemi Bibliotecari non possono prescindere da una graduale trasformazione in Sistemi Culturali capaci di aggregare l’esistente e di promuovere il nuovo garantendo solidità e know-how.

Un organismo siffatto sarà tecnicamente e politicamente pronto a far fronte anche a situazioni peggiori di quella attuale. Si parla spesso della necessità di gestire in modo consorziato molti dei servizi cittadini. Perché non farlo con il settore Culturale? Perché, in una prospettiva temporale non immediata, non ridurre le spese gestionali concedendo la programmazione ed attuazione dell’offerta ad un ente che sia statutariamente vocato a quello? Pensiamo a quali grandi risparmi economici, anche in termine di personale comunale, questa rivoluzione potrebbe portare. Ancor di più, pensiamo al salto qualitativo dell’offerta.

Sono sempre più fermamente convinto della improcrastinabilità di scelte strategiche coraggiose poiché, solo passando da queste ultime, si potrà rilanciare anziché giocare in difesa.

4 commenti

  1. Gianni Stefanini

    Complimenti Vezzaro! Un post pienamente in linea con le più evolute teorie biblioteconomiche sui sistemi di cooperazione e di rete. Aggiungerei una cosa, che i sistemi di rete per funzionare e non trasformarsi in carrozzoni inefficienti devono saper lavorare sempre per obiettivi più che per compiti e competenze e devono essere a libera adesione in modo che sia necessario conquistarsi sempre l’adesione degli enti partecipanti, conquistarli con la qualità, l’efficienza e l’innovazione. A presto

    • Concordo e mi fa piacere che ci sia sintonia sul punto, anche perché la sua proposizione ed attuazione, richiederà molte energie. A presto

  2. L’analisi è corretta e pienamente condivisibile e le prime azioni che si stanno intraprendendo vanno nella direzione disegnata. Sono relativamente ottimista.
    Certo occorreranno parecchie energie soprattutto nel sostenere l’esigenza del passaggio culturale oltre che gestionale nei confronti di tutti gli amministratori vecchi e nuovi.
    Il 2014 potrà dirci quanto sarà attuabile e sostenibile il progetto soprattutto attraverso il confronto con i nuovi amministratori che saranno eletti nella tornata di rinnovi amministrativi.
    L’unione di intenti fa comunque la forza!
    A presto.

    • Hai ragione, Nerio, tra pochi mesi avremo un quadro ben chiaro della situazione e dell’attuabilità di questo progetto. ci vediamo!

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