Naturalmente, non posso pagarti.

Il mondo della cultura é fatto di persone. Persone che lavorano. Persone che vivono. Persone che mangiano.
Ebbene si, mangiano quanto un operaio, quanto un avvocato o un autista.
Eppure, a loro viene chiesto sempre più spesso di rinunciare al riconoscimento della propria professionalità. Lo stesso non si fa con un operaio perché ti manda giustamente a quel paese. Non lo si fa con un avvocato perché ti denuncia. Non lo si fa con un autista perché ti spacca un cric in testa.
Ma con un attore, un musicista… si puó, mal che vada ti tira uno spartito….
Stiamo attenti ai tagli alla cultura poiché c’é un intero mondo di persone per bene che é al collasso. E c’é un intero Paese che ne ha tanto, ma tanto bisogno!

2 commenti

  1. Emanuele Bottini

    Giuste considerazioni. Altrettanta attenzione bisogna porre all’utilizzatore ultimo dei fondi stanziati. Molto spesso vediamo operazioni di “marketing culturale-storico”, vedi i molti, moltissimi film, film-documentario, atti ad una ricostruzione storica, molte volte filtrata a piacimento.
    Bisogna assolutamente distinguere ciò che è arte e quindi va promosso e “pagato” per quanto veramente vale, qualunque storia racconti e ciò che è distorsione storica o ancor peggio marketing politico camuffato, “ad arte”.

    Non c’è dubbio, che a questa Italia farebbero un gran bene più fondi e quindi più iniziative, per promuovere arte e cultura, in tutte le sue forme.

    Il periodo è “di vacche magre” ma qualche suggerimento, al governo del professor Monti, su dove reperire i fondi lo potremmo dare…. pensiamo ad esempio al contributo statale all’editoria (politica) ?

  2. Perfetto. Considera che qui neanche si sta parlando del Fus di cui viene spesso fatto un utilizzo a dir poco discutibile. Qui si parla dell’orribile tendenza di dare per scontato che un operatore culturale possa o debba lavorare in modo gratuito.
    Innanzitutto ritengo che un lavoro non possa essere gratuito. Magari é scarsamente retribuito, ma non puó essere non corrisposto, altrimenti si parla di beneficenza.
    In piú, se una persona lo fa a livello professionale, ha un diritto in più a richiedere un giusto compenso.
    Ti dico per esperienza che questo tipo di frasi, nell’ambiente girano davvero con una facilità disarmante. E con grande sottovalutazione delle professionalità. Peccato che quelle stesse persone non andrebbero mai a dire al proprio meccanico “ovviamente non ti pago”.
    E se penso che questi sono i responsabili della promozione culturale, mi viene ancora più rabbia e tristezza.
    Poi, su spettacoli e cinema politici non mi pronuncio, sai benissimo come la penso e condivido a pieno le posizioni del vicepresidente Maerna enunciate a Busto quasi due anni fa.

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