Legnano, la basilica di San Magno pronta a settembre

Il progettista Luigi Terrenghi detta il passo degli ultimi interventi di restauro: “L’unico imprevisto è stato il blocco del cantiere imposto per il Covid”

Paolo Girotti per Il Giorno

Legnano, 7 agosto 2020 – Cantiere chiuso e lavori conclusi entro metà settembre: mentre in questi giorni si sta procedendo allo smontaggio di alcune delle impalcature che circondano la chiesa in centro città, sono questi i termini indicati dal progettista, l’architetto Luigi Terrenghi, per il completamento del restauro della basilica di San Magno, un’altra delle opere che per la tempistica ha dovuto pagare pegno al lockdown.

«La fine lavori inizialmente indicata era luglio – spiega Terrenghi – e lo slittamento è dovuto alla sola chiusura cantieri imposta dalla pandemia. A differenza di quanto capita talvolta in altre situazioni, dove malgrado il tentativo di prevedere ogni incognita la sorpresa è sempre dietro l’angolo, i lavori alla basilica sono progrediti in modo lineare e rispettando le previsioni. A metà settembre tutti i ponteggi saranno dunque smontati, anche perché credo che per il 18 del mese sia prevista la visita del vescovo, e il lavoro potrà essere apprezzato in toto. Dopo quella scadenza ci saranno particolari secondari da sistemare, ma non incideranno sul complessivo”.

La parte della facciata è ormai visibile da qualche settimana: “Sì, perché ci tenevamo a scoprire con inizio di giugno almeno questa parte della basilica – continua Terrenghi –: dopo un periodo così difficile ritenevamo potesse essere anche un segnale positivo per la cittadinanza”. Si è detto nessuna sorpresa, ma in corso d’opera è stato comunque deciso di mettere mano anche alle finestre e alle vetrate della basilica: “Non sono manufatti storici – prosegue l’architetto –, risalgono all’inizio del Novecento, ma essendo in parte rovinate si è deciso di intervenire per la messa in sicurezza con un doppio vetro. Questo è uno degli interventi secondari che seguiranno la chiusura del cantiere principale”.

L’opera di restauro aveva preso il via a metà ottobre dello scorso anno. Dopo la presentazione del progetto, i lavori erano stati affidati all’impresa Donelli, che si era aggiudicata l’appalto in associazione temporanea di impresa con la Gasparoli di Gallarate: i lavori prevedevano si mettesse mano a circa 1.200 metri quadrati di intonaco, 890 di cotto, 310 di pietra e 950 di tetto, puntando l’attenzione soprattutto sull’esterno della basilica, da risistemare completamente. Il restauro ha un costo di oltre 500mila euro e ha visto schierate, fianco a fianco, istituzioni pubbliche, aziende e cittadini. Per questo motivo era nato anche un Comitato di restauro della basilica di San Magno, appoggiato da realtà come Fondazione Ticino Olona e Famiglia Legnanese e composto da Gianfranco Bononi, Mino Colombo, Paolo Ferrè, Giovanni Maria Fogagnolo, Salvatore Forte, Luca Roveda, Giuseppe Scarpa, Jody Testa, Luca Vezzaro e dai componenti del Consiglio affari economici della parrocchia prepositurale di San Magno.

Nelle fasi di finanziamento sono stati coinvolti istituti bancari e privati: ai 200mila euro erogati da Fondazione Cariplo, ai 30mila della Bcc e ai 10mila da Bpm, si erano poi aggiunte numerose raccolte fondi. La parrocchia di San Magno era poi arrivata ottava nella classifica della Regione Lombardia per i beni culturali appartenenti ad enti ecclesiastici meritevoli di un finanziamento per il restauro conservativo. La chiesa di San Magno ha dunque ottenuto altri 150mila euro per i lavori.