Antefatto
Da diversi anni ci capitava di guardare la nostra Basilica e, dopo quel senso di appagamento e sottile sornione compiacimento dato dal fatto di avere nella nostra città un simile edificio, soffermarci su quei segni dell’età che la nostra signora porta sul volto.
Da tempo si rifletteva sulla necessità di intervenire per tutelare quello che è, senza particolari dubbi, il bene architettonico per antonomasia di Legnano. E poi…e poi subentrava il timore reverenziale che ti fa vacillare, la paura di un’impresa che sembra sempre troppo grande per essere degnamente compiuta.
Lo scorso anno, nel maggio 2018, il nostro Prevosto ha avuto il coraggio e la forza di prendere la decisione di affrontare il tema. Senza scomodare l’elevato concetto di kairòs, mi concedo un più sabaudo latino “opportune”: il momento giusto. Si, perché le cose devono accadere nel momento giusto, altrimenti non hanno respiro, e quel giugno è stato il momento di svolta.
Mons. Cairati ha riunito un gruppo di volenterosi, professionisti ed imprenditori legnanesi accomunati dal desiderio di condividere l’avventura. Da quel 15 Giugno, ogni mese, il Comitato*, inizialmente presieduto dall’amico e compianto Mauro Mezzanzanica, ha posto le basi per questo storico intervento.
Il perché di un restauro
Entrando nel vivo e nel tecnico, la prima domanda che ci siamo posti è: ma perché un restauro? La risposta sta, ancora una volta, in quel “opportune”: perché ogni intervento deve essere fatto nel momento giusto.
Il tecnico designato, l’Arch. Luigi Terrenghi, uomo di grande professionalità e passione, è stato incaricato di procedere ad un’attenta analisi dello stato dell’arte e prospettare soluzioni atte a correggere e prevenire eventuali ammaloramenti che possano danneggiare la Basilica.
Da subito sono apparsi evidenti i segni di degrado delle superfici legate all’azione delle acque meteoriche, ma anche dell’inquinamento. L’accumulo di particolato e sporco ha annerito gli elementi in pietra ed i mattoni. Le infiltrazioni di acqua hanno, in più punti, distaccato sezioni di intonaco e compromesso le grottesche.
Le rilevazioni, condotte anche mediante droni, hanno portato alla luce come interventi condotti negli anni ’60 abbiano, in taluni casi, danneggiato piuttosto che curato la Basilica. Se ne ha evidenza nel lato che volge verso il Municipio dove i segni di infiltrazione sono più marcati e dove sono stati utilizzati intonaci inadeguati.
L’intervento
Sulla scorta di quanto ci siamo detti, i tecnici hanno redatto un piano di intervento conservativo approvato negli scorsi mesi sia dalla Curia che dalla Sovrintendenza alle Belle Arti, che qui ringraziamo per il supporto ed i sempre preziosi suggerimenti.
L’intervento prevede la pulitura di tutte le superfici per eliminare agenti chimici che stanno intaccando pietre e mattoni. Saranno ripristinati gli intonaci e saranno verificate e ripristinate tutte le superfici coprenti (coppi).
Il Restauro e la Comunità
Come potrete ben immaginare, operare in anticipo è non solo rispettoso ma anche prudenziale. Non ci nascondiamo che interventi di questa fatta hanno complessità e costi elevati. Per farvi fronte abbiamo cercato finanziamenti presso Fondazioni ed Istituti bancari riscontrando molta generosità. Ringraziamo di cuore la Fondazione Cariplo, la Banca di Credito Cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate e la Banca di Legnano-Bpm, ma ancor più vogliamo ringraziare quanti tra voi vorranno essere al fianco della nostra Basilica aiutandola col contributo che vorrete e potrete dare.
Vedete, la Basilica di San Magno non è solo un monumento religioso, ma è un simbolo di attenzione all’arte della nostra città. La sua discreta ed elegante presenza accompagna il nostro vivere quotidiano. Cosa sarebbe Piazza San Magno -e Legnano- senza la sua Basilica? Dalle grandi cerimonie religiose agli eventi cruciali del Palio, la nostra Basilica è madre accogliente e benevola. E un figlio non può rimanere indifferente al richiamo di una madre.
Articolo Luca Vezzaro
Ph Fabio Borile