Non sei stato l’unico a sbagliare

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La sconfitta di Matteo Renzi alle Primarie del Centrosinistra è l’ennesima conferma che il nostro Paese ha paura del cambiamento.

A parole, siamo tutti desiderosi di innovare, siamo morbosamente attratti dall’estero (che guardiamo con provincialismo), siamo per i giovani (ma votiamo i vecchi), siamo progressisti (ma critichiamo la modernità), siamo democratici (ma continuiamo a strizzare l’occhio ai giochi di palazzo di Machiavelli).

Chi vi scrive non è certamente uomo di Sinistra, ma sicuramente neppure di questo Centrodestra timoroso, confusionario e costantemente legato con il cordone ombelicale ad un passato rassicurante come la copertina di Linus, ma molto, più infeltrito.

Avevamo una grande occasione e l’abbiamo persa. Buttata.

La storia di queste politiche è già scritta. Da una parte Bersani, dall’altra Berlusconi. Basterà tornare a gridare “Comunisti!”, annullare le Primarie più confuse della Storia e rispolverare qualche cavallo di battaglia: le toghe rosse (Sallusti la serve su un piatto d’argento), le tasse da ridurre (già sento l’urlo “toglieremo l’imu”), la Sinistra che è sempre uguale e comunista, l’Europa che ci stritola…. e il gioco è fatto. In un attimo, l’Italia tornerá indietro di 20 Anni, l’embrionale classe dirigente del Partito sará spazzata via e gli italiani torneranno a lagnarsi votando Grillo.

È questo che fa rabbia. Perché quando si può davvero cambiare, facciamolo, per favore! Troviamo il coraggio di scegliere la nostra strada. Basta con l’usato sicuro: potrà anche funzionare, ma nasconde sempre ruggine. Smettiamola di lamentarci se poi siamo i primi a non volere il cambiamento.

Io ho veramente sperato che le primarie del centrosinistra segnassero quella novità che il Pdl non vuole. Ho sperato ci costringessero ad uscire dagli schemi. Ho sperato di vedere un candidato energico ed entusiasta di quel che fa. Si, ho sperato di vedere entusiasmo, magari infantile, ma un potente, dirompente e contagioso entusiasmo.

Ho sperato, ma ho sbagliato.

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